Bio (Settembre 2020)

Mi chiamo Alberto Gasparetto, sono nato a Rovigo il 23/08/1983 e sono un appassionato e studioso di Relazioni Internazionali e Medio Oriente. Sono figlio di Maria Franca, ex impiegata presso l'Ispettorato del Lavoro e di Giuseppe, Generale di Brigata dell'Arma dei Carabinieri, anch'egli in pensione. Ho anche tre fratelli: Alessandra, classe 1985, dottoressa di ricerca e consulente in materia di bioetica, Alessio e Andrea, gemelli della classe 1992, rispettivamente Field Manager per l'azienda Casa Piochuer e Maresciallo dell'Esercito Italiano. 

Grazie al mestiere di mio padre, ho avuto la possibilità di viaggiare molto nel periodo compreso fra l'infanzia e l'adolescenza. Dopo la mia nascita, la mia famiglia si è trasferita a Vicenza (1984-1986), per poi spostarsi a Casale Monferrato (in provincia di Alessandria), località immersa in una terra di famosi e pregiati vigneti ed estese e rinomate risaie, in cui mio padre comandava la locale Compagnia dei Carabinieri. Lì ho frequentato la scuola materna e i primi tre anni delle elementari e lì sono nati Alessio e Andrea. Dal 1992 al 1995 abbiamo vissuto a Campobasso, di cui, fra le tante cose, ricordo le copiose nevicate (che spesso costringevano alla chiusura delle scuole, per l'immensa gioia di noi bambini). Dal 1995 al 1998 abbiamo trascorso tre meravigliosi anni in una città stupenda qual è Trieste, dove ho concluso la scuola media e proseguito gli studi al liceo scientifico "Guglielmo Oberdan". Per la cronaca, è qui che, come tifoso di calcio, ho vissuto finora la gioia più grande della mia vita: vedere in televisione la mia squadra del cuore sollevare la coppa dalle grandi orecchie nella magica serata del 22 maggio 1996 allo Stadio Olimpico di Roma. Sempre per la cronaca, da quella notte, ho visto la mia Juve perdere ben 5 finali di Champions League: un vero record negativo!

Per tornare al mio percorso in giro per la penisola, alla fine dell'estate del 1998 ci siamo trasferiti a Belluno, dove a mio padre venne affidato l'incarico di Comandante Provinciale dei Carabinieri. Qui ho lasciato alcuni amici con cui tuttavia sono ancora in contatto. Nel 2000, dopo un'estate in cui ho trascorso tre meravigliose settimane a Londra, ecco il trasferimento a Padova, città nella quale dopo vent'anni tuttora risiedo. Qui ho conseguito la maturità scientifica (precisamente al liceo statale "Enrico Fermi") e intrapreso gli studi a cui mi sono appassionato, iscrivendomi alla Facoltà di Scienze Politiche. 

La scelta di studiare la politica e la società, mosso com'ero dalla curiosità di capire quali siano le regole che governano certi fenomeni umani, ha cambiato la mia vita in maniera decisiva. Negli anni trascorsi a scuola, due grossi problemi contingenti e di ordine politico-sociale avevano condizionato il mio modo di pensare e di rapportarmi col mondo circostante. Erano gli anni in cui, per regolare l'immigrazione, la legge Bossi-Fini (2002) sostituiva la Turco-Napolitano (1998). Erano gli anni in cui il disfacimento della prima esperienza di una coalizione di centro-sinistra in Italia (1996-2001) consegnava il governo del Paese ad un redivivo Silvio Berlusconi, a capo di un'alleanza di centro-destra. Erano, quindi, gli anni in cui l'Italia della cosiddetta Seconda Repubblica stava forse vivendo la polarizzazione più acuta. Erano gli anni delle grandi battaglie sindacali a difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (2001) e del cosiddetto "editto bulgaro" (2002). Gli anni dei fatti di Genova (ancora una volta, e non è finita, 2001) e della popolarità del movimento no-global. 

Ma erano anche gli anni in cui il mondo esperì una svolta epocale, testimoniata dagli spettacolari attacchi alle Torri gemelle, il giorno 11 settembre 2001, la data in cui ebbe inizio la cosiddetta guerra al terrore da parte degli Stati Uniti d'America. A proposito: volgarizzando ben più raffinate teorie psicologiche, sovente si usa dire che in tali spaventose circostanze la mente umana sia in grado di ricordare perfettamente il luogo in cui ci si trova o le faccende in cui ci si sta adoperando. Ebbene, quel pomeriggio (a New York era attorno alle 9 del mattino quando i due aerei si schiantarono contro le torri) stavo tornando da una delle mie prime lezioni di scuola guida e percorrevo via Bembo in bicicletta. Erano gli anni delle manifestazioni studentesche contro la guerra in Iraq, gli anni in cui nella scuola che frequentavo, cominciai ad assaporare il cattivo odore dell'antiamericanismo e dell'antiberlusconismo: due iatture, figlie della stessa cultura politica, che mi hanno avvolto, senza fortunatamente mai contagiarmi - a differenza di quanto accaduto a molti miei coevi, anche negli anni dell'università.

Ebbene, i due quesiti a cui mi premeva dare risposta erano legati a tutte queste vicende che mi colpivano da vicino. Perché tutto questo odio antropologico nei confronti di Berlusconi e di chi vota a destra? Perché tutto questo odio nei confronti di un Paese che ci ha salvati dal nazifascismo, ma che ci ha altresì protetto dal comunismo, contribuendo alla diffusione di prosperità, benessere e libertà? Beh, formulata in questi termini, la risposta sta già in gran parte nella domanda, considerando che la Scuola e l'Università sono stati per molti decenni fortini e fucine della sinistra. A questi quesiti ho tentato e tuttora tento di rispondere nella maniera più profonda e articolata possibile, ricorrendo ad uno strumento che vivo in maniera visceralmente feticista: la Scienza politica. Si tratta di una disciplina che, se svolta seriamente, consente di comprendere le numerose sfaccettature dei fenomeni politici, aggrappandosi ad una metodologia (scientifica, per l'appunto) che basandosi sull'osservazione dei fenomeni, sull'immagazzinamento dei dati, sulla formulazione delle ipotesi e sulla verificazione empirica delle stesse e, sforzandosi, per quanto possibile, di tenere separati giudizi di fatto da giudizi di valore, permette di mettersi al riparo da storture interpretative di qualsivoglia carattere - ideologico, religioso, culturale, ecc. - facilitando la comprensione di come funziona davvero ciò che ci circonda. Essendo uno strumento umano, va anche detto che è fallibile. Ma ciò non toglie che, dal mio punto di vista e per gli scopi che la scienza politica si prefigge anche rispetto a discipline affini e/o concorrenti, vada preferito ad altri atteggiamenti di qualsivoglia natura - catechistici, moralistici, normativi, manicheistici, di militanza politica, di tifo da stadio con cui in molti, forse troppi, guardano alla politica e alla società. Legittimo, per carità, soprattutto in democrazia. Ma il mio è tutt'altro mestiere.

Debbo dire che, nello sviluppare un siffatto  spassionato e freddo atteggiamento nei confronti della politica (tecnicamente "avalutativo"), ritengo di essere stato particolarmente fortunato, poiché fra i tanti docenti i cui corsi ho avuto il piacere di frequentare e/o della cui professionalità ho potuto avvalermi, grazie ai numerosi confronti con ognuno di essi, figurano indiscussi Maestri del calibro di Maurilio Gobbo, Renzo Guolo, Angelo Panebianco, Marcella Emiliani, Luca Ozzano, Marco Almagisti, rigorosamente riportati secondo l'ordine cronologico in cui li ho conosciuti.

Se è vero che le vicende che viviamo anche indirettamente influenzano il modo in cui noi esseri umani elaboriamo le nostre preferenze, col tempo mi sono appassionato al fondamentalismo islamico, tematica sulla quale ho incentrato la tesi di laurea triennale, per la cui stesura sono stato seguito da uno dei massimi esperti in Italia, Renzo Guolo. Ho così conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università di Padova il 21 giugno 2006. Ho frequentato invece il corso di laurea specialistica all'Università di Bologna, dove ho allargato la mia prospettiva agli studi sul Medio oriente e sul mondo islamico, frequentando un paio di corsi tenuti dalla Prof.ssa Marcella Emiliani (Sviluppo politico nel Medio oriente e Storia e istituzioni dei Paesi del Mediterraneo), che mi ha fatto anche da correlatrice della tesi di laurea, discussa il 23 gennaio 2009; e della quale il relatore è stato uno dei più grandi scienziati politici italiani, e rinomato in tutto il mondo, Angelo Panebianco.

Dopo la laurea sono riuscito a coronare uno dei miei sogni: vincere un dottorato di ricerca. Mi sono così iscritto alla Scuola di dottorato in Sociologia e Scienza Politica dell'Università di Torino. Sono stati tre anni fondamentali: ho trascorso molto tempo a leggere e studiare alcune pietre miliari della disciplina, su tutti Giovanni Sartori, che peraltro avevo già incontrato personalmente ad un convegno organizzato a Padova nel 2006 e che ho rivisto a Palermo nel 2011 in occasione dell'annuale convegno della Società italiana di scienza politica (SISP), la prima rassegna accademica in cui ho presentato pubblicamente un mio lavoro. 

Durante gli anni dottorali, accanto alle svariate summer school (con SciencesPo a Bordeaux nel 2010, con l'ISPI a Milano nel 2011) e ai convegni accademici (la Graduate student SISP a Torino nel 2011, la Graduate dell'ECPR a Brema nel 2012 e i tre convegni SISP a Palermo nel 2011, a Roma nel 2012 e a Firenze nel 2013), l'esperienza più esaltante e formativa è stato il periodo di ricerca trascorso a Istanbul nel 2012, dove ho studiato e lavorato presso la Bilgi Universitesi. E' grazie alla supervisione di Luca Ozzano che mi sono avvicinato alla Turchia, focalizzando i miei studi anche sulla politica estera iraniana.

Prima di terminare il dottorato, allo scopo di disporre di un cuscino su cui poter atterrare morbidamente in circostanze negative, ho optato per la ricerca di un lavoro part-time (che poi, dopo un paio di rinnovi contrattuali era diventato full-time), trovando occupazione in una gelateria presso un centro commerciale situato a Padova ovest. Lo scopo era infatti quello di ricavare del tempo durante la settimana da dedicare al completamento di tutti i lavori prodotti durante gli anni del dottorato e alla stesura di altri saggi ex-novo da pubblicare sulle riviste accademiche, all'ulteriore fine di costruire le fondamenta di un curriculum competitivo che mi permettesse di ottenere un posto di lavoro presso qualche università europea o mediorientale. 

Nel frattempo, una volta terminato il dottorato di ricerca all'Università di Torino, sono stato nominato cultore di Scienza Politica all'Università di Padova, dove ho cominciato a collaborare col Prof. Marco Almagisti, svolgendo assistenza alla didattica, tenendo lezioni e prendendo parte alle commissioni d'esame.

Purtroppo, e sinora ho volutamente glissato sugli affari di coppia, quando si conosce l'amore non sempre si è fortunati. Nel marzo 2015 accettavo una proposta di lavoro in un altro centro commerciale, a Padova sud, da parte della stessa azienda di gelateria artigianale per cui stavo lavorando. La proposta prevedeva una riduzione dell'orario di lavoro da full-time a part-time, ma mantenendo il contratto a tempo indeterminato; la qual cosa, com'è ovvio, si sposava perfettamente con i miei scopi di cui ho detto nel paragrafo precedente. Insomma, più tempo libero per scrivere, pubblicare e cercare posizioni aperte nelle università europee o mediorientali. Obiettivo: da lì a fine anno imbarcarmi a bordo di un aereo e partire con un biglietto di sola andata. D'altra parte ero single e non dovevo rendere conto ad alcuno.

Ebbene, lo stesso giorno in cui firmavo il nuovo contratto di lavoro incontravo la persona per amore della quale decisi di accantonare le mie mire verso l'estero, puntando tutto sulla relazione di coppia. Certo, i primi mesi furono difficili, ma anche pieni di confronto. Un confronto che ritenevo fecondo per entrambi. In fondo, avevo 32 anni, terminato un dottorato di ricerca, possedevo un lavoro a tempo indeterminato, mi accingevo a uscire di casa e - last but not least - cullavo il desiderio (in realtà da sempre, grazie all'esempio dei miei genitori) di avere una famiglia. E la persona con cui avevo cominciato a camminare mano nella mano sembrava non soltanto che avesse i miei stessi obiettivi ma che volesse anche condividerli con me. 

Ahimé, soltanto con la fine di questo rapporto ho realizzato di aver dedicato due anni (e mezzo) della mia vita a una persona che non solo non aveva compreso o forse accettato la mia scelta di restare a Padova accanto a lei, ma aveva deciso che non sarei stato io l'uomo con cui avrebbe realizzato quegli obiettivi. Ho così ripreso in mano la mia strada, rassegnando contestualmente le dimissioni dalla gelateria, ritornando a dedicarmi ai miei lavori accademici e andando alla ricerca di una professione e di un contratto di lavoro più coerenti col mio percorso formativo. Certo, raccontata oggi a distanza di tre anni e riassunta in così poche righe, sembra essere stata una passeggiata. Ma devo confessare che, finora, è stata la prova in assoluto più dura della mia vita.

Sono quindi stato assunto in IFOA, un soggetto leader a livello nazionale nel campo della formazione aziendale, dove ormai da quasi tre anni mi occupo di gestione dei piani formativi per le aziende. In questa nuova realtà ho potuto affinare ulteriormente le mie capacità relazionali grazie ai frequenti contatti con le imprese e ho anche viaggiato molto, lungo tutta la penisola per seguire un cliente in particolare.

Ovviamente, ho continuato a svolgere l'attività di ricerca e analisi per università, centri studi, aziende di consulenza, agenzie di stampa e quotidiani. Anzi, a dire la verità la vera svolta per me è stata la pubblicazione, alla fine del 2017, del mio primo libro, una monografia accademica sulla Turchia (di cui è possibile trovare i riferimenti non soltanto su questo blog, ma anche digitando il mio nome su Google). Da quel momento, la maggior parte dei contatti è venuta da sé, spontaneamente. Non ero più io a dover pregare istituti di livello affinché pubblicassero un mio articolo (e spesso in precedenza non accadeva); ormai, era il lavoro a bussare alla mia porta. Certo, con la peer review ho ancora tanto da penare, ma questo è il gioco delle riviste scientifiche!

In questi ultimi anni, oltre alle ormai numerose pubblicazioni su riviste scientifiche italiane e straniere e alle collaborazioni attivate con gli istituti più svariati in Italia (ISPI, CIPMO, Report Difesa, Agensir) e nel mondo (Wikistrat, Rasanah), ho anche ripreso l'attività nei convegni (IPSA a Poznan nel 2016, WOCMES a Siviglia e SISP a Torino nel 2018, IMEIS a Durham ed ECPR a Wroclaw nel 2019) oltre all'organizzazione di presentazioni del mio libro in diverse città d'Italia (Casale Monferrato, Genova, Milano, Perugia, Catania, Padova).

Tra IFOA, dove ormai credo mi vogliano bene, e l'attività di analisi e ricerca, credo che proseguirò per la strada in cui mi sono incamminato ormai tre anni fa. Cose ne ho costruite, ma lavoro ce n'è ancora tanto... Di crescere, a mio modesto parere, non si smette mai! 

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